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Feb 10 2024

Abstract

 

 

DANTE E PIETRO DI GIOVANNI OLIVI

Il sito www.danteolivi.com è prevalentemente dedicato al confronto tra la Commedia e la Lectura super Apocalipsim di Olivi (completata a Narbonne nel 1297, attestata in Casentino nel 1305). Emerge che il rapporto tra la poesia e l’esegesi del francescano si configura come parodia, intesa come “imitatio Scripturae”, tecnicamente condotta per l’intero poema.

Dal rispondersi dei due testi, registrabile secondo precise e costanti norme interne, risultano i seguenti punti fermi:

a) Il “panno” (la Lectura oliviana), sul quale Dante ha operato molteplici variazioni nel suo lungo fare la “gonna” (per usare le parole di san Bernardo a Par. XXXII, 139-141), è servito a mantenere l’unità del poema.

b) Incardinate nel senso letterale della Commedia, parole-chiave rinviano con procedimento di ars memorativa alla dottrina della Lectura, aggiornata secondo gli intenti del poeta. Dante, per il quale il poema era “polisemos, hoc est plurium sensuum” (come scrive nell’epistola a Cangrande), concepì anche un preciso pubblico (fra i molti possibili), quello degli Spirituali francescani che avrebbero dovuto riformare la Chiesa. Un pubblico che si perdette, per le persecuzioni subite a partire dal secondo decennio del Trecento. La Lectura fu condannata da Giovanni XXII nel 1326, ma continuò a circolare clandestinamente; Dante aveva già condannato i papi variando i temi contenuti nella “pestifera postilla” oliviana.

c) La sinossi dei testi accosta due lingue universali: l’umile latino dell’esegesi biblica e il volgare di Dante.

d) Dante pensava a sé come a un nuovo san Giovanni (“oportet te iterum prophetare …”: Ap 10, 11) e alla Commedia come a una nuova Apocalisse, “libro scritto dentro e fuori”. La Commedia mostra una struttura interna semanticamente fondata sui ciclici settenari (i sette ‘stati’ o periodi) per i quali, secondo Olivi, la storia procede verso una palingenesi delle coscienze. Nel “poema sacro” si riflette il senso di attesa del nuovo nei contemporanei, il quale “oltre che ideologia di lotta e di riforma del gruppo spirituale, era anche un vero e proprio sentimento storico” (Arsenio Frugoni). Il viaggio di Ulisse, con la sua tragica fine, fu un’andata al futuro contro i disegni divini.

e) L’intensa intertestualità non portò Dante ‘a farsi frate’, fu una metamorfosi che estese laicamente i temi dell’escatologia francescana e gioachimita al saeculum humanum e alle sue nuove esigenze. Che si tratti dell’esercito di Cristo o dell’Anticristo con il quale combatte, sono gli individui ad appropriarsi del campo. Il particolare, con le passioni umane e i dissidi cittadini, viene inserito in una storia universale dei disegni divini. La storia di Roma narrata dall’aquila per bocca di Giustiniano e, in generale, gli “antichi” partecipano della sacralità della Chiesa la cui storia si fa umanistica (cfr. la parodia dell’esegesi in Enea, Virgilio, negli “spiriti magni” del Limbo, oppure nell’“umile Italia”). Beatrice parla della libera volontà parodiando quanto scritto da Olivi sul voto evangelico. Il rapporto di parodia sacra che la Commedia instaura con la Lectura, ultima grande espressione dell’escatologismo medievale, è segno dell’inizio dell’“autunno del Medioevo”.

f) La Lectura super Apocalipsim non è una fonte, bensì il libro della storia delle illuminazioni sapienziali con cui tutto deve concordare. Con l’esegesi dell’ultimo libro canonico, esposta in una teologia della storia che comprende per settenari tutta la Scrittura, la quale a sua volta è forma, esempio e fine di ogni scienza, concorda ogni conoscenza, ogni esperienza, ogni soluzione indipendente data a questioni dottrinali. Virgilio, Ovidio o Lucano, Boezio, Aristotele, Alberto Magno o Tommaso d’Aquino, la stessa Scrittura in quanto tale, le più svariate esperienze poetiche o le conoscenze di astronomia sono, nel poema, tutte fonti ordinate alla Lectura.

g) L’esegesi biblica fu fondamentale per la formazione intellettuale e spirituale di Dante, ancor prima della sua frequentazione, dopo la morte di Beatrice, “nelle scuole delli religiosi e alle disputazioni delli filosofanti” (Convivio, II, xii 7; Olivi fu lettore di teologia a Santa Croce dal 1287 al 1289; Beatrice morì nel 1290).

Il testo della Lectura super Apocalipsim è pubblicato anch’esso in rete, sulla base del ms. Paris, Bibliothèque Nationale de France, lat. 713, il codice più antico e autorevole. Si sta procedendo a un esame sistematico dei singoli canti, con collegamenti ipertestuali dai versi all’esegesi oliviana.

La ricerca, nella quale si fondono storia, filologia e forse archeologia del testo, attende una verifica. I “dantisti”, che pur ne sono da tempo consapevoli, non l’hanno mai presa sul serio né hanno mai pensato di discuterla. Per questo l’intento è di far conoscere a persone impegnate nella cultura e nella scienza storica, anche se non specialiste esclusive del campo, l’esistenza di un versante inesplorato, perché altri ascendano per un sentiero già segnato, aprendo a loro volta nuove vie.

20 gennaio 2024